Il termine nasce come la composizione di due termini – hack e marathon – partendo proprio dal virtuosismo informatico promosso dagli hacker. La parola è “apparsa” nel 1999. Sono due gli appuntamenti passati alla storia come primi hackathon: il termine, infatti, è stato coniato sia dagli sviluppatori del sistema operativo OpenBSD sia dall’ufficio marketing della Sun Mycrosystem per due meeting organizzati a pochi giorni di distanza senza che i promotori avessero alcun contatto.
Il 4 giugno 1999, a Calgary, dieci sviluppatori OpenBSD si sono riuniti per trovare nuove soluzioni che permettessero al sistema operativo di diventare più sicuro e si potesse integrare con sistemi di crittografia.
Sempre nel 1999, dal 15 al 19 giugno, alla conferenza annuale JavaOne, John Gage ha lanciato la sfida per la creazione di un programma dedicato al Palm V per permettere al nuovo palmare di comunicare con altri device dello stesso tipo attraverso la porta a infrarossi, utilizzando il canale di internet. L’evento è stato battezzato “L’Hackathon”.
Ancora oggi su molte pagine che fanno riferimento alla storia dell’OpenBSD si “rivendica” la nascita degli hackathon. A partire dagli anni Duemila gli hackathon hanno ampliato i loro orizzonti diventando occasioni promosse dalle società del settore informatico per lo sviluppo rapido di nuovi software e terreno di ricerca da parte di attori nel panorama del venture capital per investimento in aree geografiche o idee innovative.
Anche il Polo Tecnologico Lucchese propone l’evento dal format assolutamente innovativo, al quale partecipano esperti di diversi settori dell’informatica – sviluppatori di software, programmatori e grafici web e con il quale si propongono, oltre al tradizionale lavoro per la realizzazione di un software, obiettivi didattici e sociali o di risoluzione di problemi tecnici/tecnologici sottoposti dall’ente/azienda che organizza l’evento.