INTERVISTA A ELLEFREE S.R.L.

Da qualcuno dovevamo partire. Abbiamo deciso di farlo andando sul sicuro! Abbiamo quindi contattato le due donne che ci avrebbero detto sicuramente sì. Maria Sole Facioni ed Eleonora Zeni, socie fondatrici di ElleFree che sta per il Marchio “Lfree” che sta per Lactose Free.

Per saperne di più, vi tocca leggere l’intervista 😉

Descrivi l’attività come se la dovessi spiegare ad un bambino di 10 anni

Maria Sole: Di solito la descriviamo come se fosse un gioco, dicendo ai bambini intolleranti al lattosio che ElleFree rende sicura la loro dieta, rendendola più simile possibile a quella degli altri. Spesso i bambini pensano che il lattosio si trovi solo nel latte ma, negli incontri che facciamo nelle scuole, spieghiamo come anche altri alimenti lo contengano e come sia possibile aggiungerlo. I bambini intolleranti sono molto contenti di scoprire come l’alimento che anche loro possono mangiare non sia in realtà un altro alimento ma lo stesso. Il nostro slogan infatti è “buono per tutti, scopri il gusto di mangiare senza lattosio”. Spieghiamo che quando vedono il bollino verde o azzurro su un alimento, vuol dire che il prodotto è sicuro e garantito per essere senza lattosio e che quindi lo possono mangiare.

L’Associazione nazionale AILI riporta che circa il 50% della popolazione italiana sia intollerante al lattosio, ad oggi è in forte crescita il numero dei diagnosticati con test attendibili.

Hai parlato di bollino verde e azzurro. Si tratta di un bollino che attesta la certificazione fatta da ElleFree riguardo un dato prodotto. In cosa consiste il processo di certificazione?

Eleonora: La certificazione Lfree è una certificazione di prodotto che valuta il processo di produzione di ogni prodotto, le schede tecniche delle materie prime che compongono il prodotto finito e il contenuto effettivo di lattosio, da riscontrare tramite una specifica analisi, se si certifica con il Marchio Lfree Azzurro, o di lattosio e proteine del latte se si certifica con il Marchio Lfree Verde. Tutti i requisiti per l’ottenimento del Marchio Lfree sono descritti all’interno del Disciplinare d’Uso che abbiamo registrato, insieme alla parte grafica del Marchio, in Italia, in Europa e a livello internazionale in 7 Paesi come ad esempio in USA.

Quanti siete in azienda?

Eleonora: Siamo 5 in totale: 2 socie, 2 dipendenti e una ragazza stagista, queste ultime entrate a far parte dell’organico ElleFree durante il Covid-19.

Sbaglio o siete tutte donne?

Eleonora: Non sbagli, il nostro obiettivo è quello di restare un team tutto al femminile. In questo lavoro, infatti, c’è bisogno di molta empatia, anche per le attività che svolgiamo per l’Associazione Italiana Latto-Intolleranti, che abbiamo contribuito a fondare. C’è bisogno di empatia sia dal punto di vista scientifico che da un punto di vista del marketing.

Maria Sole: Siamo fermamente convinte che la ricerca sia donna. La donna ha più attenzione ed è anche più pignola…un “difetto”, questo, che, quando si parla di attenzione alla salute, può diventare una qualità. Ad oggi, quindi, abbiamo in mente di andare avanti così, con le donne. Anche il nostro pubblico è prevalentemente femminile, ma non perché le donne siano quantitativamente più intolleranti degli uomini (come accade, invece, per la celiachia, in cui il rapporto è di 2 donne su 1 uomo). Un’indagine condotta dall’Università di Pisa ha visto come non ci sia una correlazione genetica prevalente.

Eleonora: Il fatto è che le donne vanno più spesso degli uomini a fare la spesa e quindi si informano sui prodotti in vendita, le donne stanno più attente ai sintomi, fanno più diagnosi, stanno più attente alla dieta; gli uomini, anche se stanno male, si interessano meno alla loro salute. Io ne ho due in casa: marito e papà, entrambi intolleranti, che però non se ne interessano. So di cosa parlo.. Abbiamo notato che se è l’uomo ad informarsi presso l’Associazione, vuol dire che sta malissimo…e comunque spesso è accompagnato da una donna. La donna sta più attenta ai campanelli di allarme: basta che non le stiano i jeans o abbia la pancia più gonfia che cerca di capire perché.

Maria Sole: Due studenti del Master “Food Quality Management and Communication”  dell’Università di Pisa stanno facendo 2 project work sul consumatore intollerante al lattosio quindi sull’etichettatura, su quali siano i prodotti più richiesti, cosa vorrebbero trovare sul mercato e abbiamo visto che il pubblico che risponde al 90% è femminile. A livello genetico, però, non c’è una correlazione scritta in cui si evidenzi che il lattosio sia più frequente nelle donne.

Perché avete deciso di avviare proprio questo tipo di attività?

Maria Sole: Questa domanda ha una risposta semplice: è stata un’esigenza personale perché io sono intollerante al lattosio e quindi ho necessità di avere prodotti sicuri per la mia dieta.

Qual’è il vostro più grande successo?

Eleonora: Deve ancora arrivare, ti garba come risposta?

E quale il vostro più grande insuccesso?

Eleonora: Non ho mai vissuto come un insuccesso qualcosa che sia andato storto. Un no, forse, può essere interpretato come un insuccesso. Può capitare, ad esempio, che i potenziali clienti cui ci rivolgiamo non capiscano subito il valore della certificazione. Tuttavia, quando è successo ho provato a cambiare il mio modo di comunicare. Ho cambiato il messaggio e ho cercato di trasmettere meglio il valore della certificazione.

Curiosità. Adesso state collaborando con nomi importanti. Com’è andato il primo approccio con il primo grande cliente? Avete telefonato e avete detto: salve, noi ci occupiamo di questo?

Eleonora: Il primo cliente è stato Igor Gorgonzola. Ho conosciuto l’Amministratore Delegato (che è il figlio del fondatore) ad una fiera. Abbiamo fatto una chiacchierata in piedi, letteralmente, e ci siamo scambiati i biglietti da visita come accade in queste occasioni. L’ho ricontattato via email e telefono…e lui mi ha risposto.

foto formaggiLe altre aziende sono venute per emulazione?

Eleonora: No…In questo mondo si va tanto per settori diversi. Igor è un prodotto lattiero-caseario, poi ci sono i panificati dolci, i panificati salati, tutto il mondo cioccolato che è un mondo a se stante … ci sono varie categorie, per non parlare anche dei farmaci e integratori.

Per quanto riguarda l’alimentazione, adesso siamo molto forti nel panificato, soprattutto dolce. A livello di prodotto sicuro, il dolce era quello che, a scaffale, mancava maggiormente. La normativa è assente e quindi, nel disciplinare da noi realizzato abbiamo dato delle linee guida. Seguire il Disciplinare, da parte di un’azienda, significa garantire ad un consumatore che ne ha l’esigenza, la sicurezza e la soglia idonea di lattosio (ossia inferiore a 0,01%). Con il disciplinare abbiamo dato all’azienda la strategia per poter mettere in commercio un prodotto sicuro e che, tra l’altro, può vantare uno strumento comunicativo sul fronte dell’etichetta senza che sia necessario perdere troppo tempo a leggerla. Parlo del logo Lfree.

Dove volete arrivare?

Eleonora: Il nostro impegno è indirizzato verso le aziende più grandi perché possono fare da traino a quelle più piccole e perché hanno più varietà di prodotti. Riso Scotti ha iniziato con 14 prodotti, ora siamo a 25. 

Tra l’altro, il tempo impiegato a far conoscere ciò che offriamo è uguale: sia con le aziende grandi che con quelle piccole. Nel primo caso, è più difficile arrivare alla persona chiave e qui interviene, a volte, il fattore C…ad esempio con Bauli è andata così. Abbiamo conosciuto una persona che mi ha portato a Verona e mi ha fatto avere un colloquio. Effettivamente va trovata la persona giusta con cui rapportarsi, una persona sensibile che capisca che ciò che offriamo può essere anche un business per l’azienda. Con Bauli è andata così Le altre aziende poi vengono da sole; ci dicono: l’ho visto, me lo fai?

Maria Sole: Lavoriamo con aziende che oltre che clienti sono partner. Il nostro lavoro non è solo mettere un bollino ma è un progetto condiviso che va avanti per step. Una volta che è pronto il prodotto ed è sicuro, si costruisce il progetto per far conoscere il prodotto al consumatore. Noi riusciamo a conoscere la voce del consumatore, anche tramite AILI e a riportarla in azienda; capiamo le esigenze dei consumatori ossia dove vogliono trovare il prodotto, come lo vogliono trovare. Quando è il caso, possiamo suggerire all’azienda uno sconto ai soci AILI per l’acquisto on line..

Raccontatemi gli affari vostri extra lavoro: hobby, passioni…

Maria Sole: cucinare i dolci, la fotografia, viaggiare. Rispetto a quest’ultima passione devo dire che adesso mi manca non poter viaggiare. Sono cresciuta di viaggi e con i viaggi. Quando torni da un viaggio non torni mai uguale. Proprio nel corso dei viaggi mi piace immortalare i momenti significativi … e un viaggio può essere fatto anche nella propria città. Il viaggio e la fotografia sono passioni che si intrecciano: viaggiando assaggio dolci che poi fotografo

Eleonora: Viaggiare, leggere. Mio papà ha sempre viaggiato per lavoro e mi ha sempre mandato via a forza, dai 14 anni in poi, ogni anno stavo via 1 mese per studiare inglese. Di questo lo ringrazio. Riguardo la lettura, mi piace leggere tutti i generi e di tutto: di luoghi, di culti, di culture…Questa è stata la passione di mia mamma, che mi ha tramandato. Leggere mi serve anche per il lavoro di comunicazione che faccio, altrimenti il lessico mi manca.

Domanda d’obbligo: ultimo libro che hai letto?

Eleonora: La gabbia dorata di Camilla Läckberg

Maria Sole: Qui siamo all’opposto. Se leggo, leggo cose scientifiche. La scienza è un’altra mia passione. Sono scientifica anche nei dolci che faccio, seguo pedissequamente le ricette.

Perché avete scelto il Polo? Ci sono vantaggi a stare qui oppure essere in centro storico per voi sarebbe stato uguale?

Eleonora e Maria SoleEleonora: ti dico la verità…all’inizio per uscire da casa e dalla mia cucina, dove avevamo allestito il nostro ufficio. La mossa è stata: usciamo di casa e conosciamo altre persone, giovani e che fanno lo stesso percorso. Il fatto che eravamo startup innovativa cascava a pennello. L’occasione ci è stata data dal bando Lions 2017. A volte ci trovavamo alla macchinetta del caffè con altre aziende per piangere e chiederci: perché anche oggi faccio questo? In Italia non è semplice essere una startup. In tanti affrontiamo gli stessi percorsi, a noi sconosciuti, tipo la contabilità. Il lato positivo di essere insediate al Polo è dato dalle possibilità di collaborazione con aziende interessanti, anch’esse insediate qui e che forse non avremmo avuto modo di conoscere altrimenti.

Ultimissima domanda: la rubrica “La staffetta” è in realtà un gioco. Al termine di ogni intervista, l’azienda intervistata mi deve dire chi vuole che io intervisti dopo di lei. Quindi la domanda: chi volete che intervisti adesso e perché?

Eleonora: I ragazzi di QZR. È stata la prima azienda che abbiamo conosciuto appena arrivate qui al Polo. Abbiamo fatto un percorso di crescita professionale insieme, abbiamo anche iniziato a collaborare ed è nata una bella amicizia.

Dove trovare Maria Sole ed Eleonora

www.ellefree.com

www.associazioneaili.it

Facebook: @AssociazioneAILI

Instagram: @lfree_aili

 

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